Vuoto

Ma quanto è profondo tutto
Questo infinito vuoto
vestito di tutto punto
Si presenta da gran signore
con sostanze d’ogni genere
spacciate a chi cerca non si
sa cosa e diretto non si
sa dove

domande domande ripetute domande
che rimbalzano su pareti di pianto
che rimandano a un domani dannato
Al momento adulterato,
e gesti e luoghi e assordanti silenzi
e poi i soliti nevrotici e
bla bla bla anemici
sfoghi isterici
spasmi algoritmici

Un vuoto profondo che affonda
Nella melma di energie disperse
In viaggi confusi di genti erranti
Dal bacio distratto
Di speranze illuse
D’infinite attese

Così distante
da un caldo respiro
da un occhio curioso
La finestra che s’apre
La nebbia che sale
Un anziano che ride
Un fanciullo che apprende

È tanto profondo questo
Incolmabile vuoto
Ha il sapore di un disco rotto
Talmente astratto reiterato
Slegato anaffettivo e solitario
Da rivelarsi concreto

Il cuore se n’è accorto
Arranca e inciampa
Ha il fiato corto
Ormai gli remano contro
Sente un gran vuoto dentro,

L’elettrocardiogramma è
Quasi piatto
LIBERA!
LIBERA!
LIBERA…

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